Costretto ad uscire dalla zona di confort devo scrivere brevemente di una questione di attenzione, di focalizzazione.
Da un punto di vista estetico sono molto attratto dai fenomeni ottici. Riflessi, ombre, rifrazioni, diffrazioni che da sempre catturano la mia attenzione e con i quali, in quel fortunato periodo passato a progettare lampade con splendidi amici, ho potuto giocare, pagato.
Da quando seguo la pista dei flussi ho dato a questi fenomeni una diversa lettura, Si sono manifestati come tracce e testimonianze di quel moto fluido che si rivela a noi su schermi casuali e che ci ripete che la vita, il moto vitale, è ben oltre i soggetti vivi che siamo abituati a riconoscere come tali. Lo spazio intorno a noi è tessuto di onde. Alcune di queste di rivelano durante interferenze casuali. Incidenze. E si trasformano in una forma di cinema basico, MicroCorti dalla storia intensa. A volerla cogliere
la presentazione dello scorso 11 aprile, presso la Bibliothe, uno spazio di lettura e biblioteca specializzata in oriente, è stata molto utile. Poter percepire la ricettività di persone molto diverse tra loro sul tema della fluidità del reale è stato un primo gradino importante soprattutto per me che sono sempre stato più focalizzato nella rappresentazione mediante immagini. La dialettica, sul tema della Danza dei Flussi, è ancora da affinare ma ancora di più da attivare in un confronto con altri punti di vista. I prossimi incontri saranno focalizzati su questo.
l’11 aprile presso Bibliothè in Via Celsa 5, tra Piazza del Gesù e Botteghe Oscure, presenteremo con l’editore Alfredo Catalfo il libretto La Danza dei Flussi edito appunto da Efesto Edizioni.
Per me è la seconda esperienza editoriale ma la prima fu in pieno Covid e, diciamolo, non ho fatto molte presentazioni.
il grosso del problema è l’immaginazione a cui siamo chiamati o meglio ancora la complessità della visualizzazione a ciascuno di noi consentita. Arjun Appadurai parla di flussi ma da sociologo per argomentare la complessità della globalizzazione. Molto interessante per me che cerco nei flussi la forma che tutto tiene. Una sorta di strutturalismo mobile.
Tempera su cartone ondulato
the core of the problem is the imagination or the complexity of the visualization allowed to each of us. Arjun Appadurai talks about flows but as a sociologist to argue the complexity of globalization. Very interesting for me as I look for the shape that everything holds in the flows. A sort of mobile structuralism.
Rappresenta i piani di scorrimento i cui siamo immersi nello scorrere della nostra vita. Siamo oltre la metafora, nella rappresentazione dell’intreccio tra necessità e occasioni.
Una interferenza tra piani di flusso.
carta riusata: da imballaggio per quadri, sole 24 ore, carta azzurra da cassette di arance. Colla di amido. Misure h 90cm x 75cm x 75cm
ps
questo lavoro partecipa al concorso Contesteco che si pone obiettivi di diffusione delle culture di rispetto dell’ambiente e di riduzione dei rifiuti.
Non giriamoci intorno, capisco benissimo che questa sfida di dover descrivere o rappresentare, meglio, questa visione senza averne gli strumenti non è banale e forse come dicono quasi tutti i miei amici e conoscenti: sei matto a provarci, ma devo e per questo sfrutto quel poco di incoscienza sopravvissuta e mi immergo. Non uso neanche degli aiutini che siano droghe o alcol per quanto l’alcol nelle sue forme migliori è veramente spettacolare e non lo dico con intento bohemienne ma in quanto mi torna utilissimo proprio all’argomento. Invoco Blake perché mi ha sempre affascinato la Visione fuori dalla Religione, Ne ho continuamente di epifanie o rivelazioni che mi portano ad estraniarmi e scorgere dei punti di vista così fuori mano da faticare a condividerli e in questo la pittura mi è sempre venuta in soccorso ma questa volta siamo oltre. Ho bisogno anche di aiuti perché ho deciso di raccontarla. SIAMO IMMERSI NEL FLUSSO DEGLI EVENTI, DELLA STORIA Ma quante volte durante il periodo della scuola ci siamo imbattuti in filosofi o poeti o personaggi eccentrici che parlavano della natura del mondo come di un flusso, Da Eraclito in poi e prima nei testi indiani fino alla New Wave e alla filosofia del surf mi è sempre sembrato che quegli enunciati più a meno pomposi fossero una metafora di qualcos’altro. Facciamo come se. Un tentativo dal mondo dell’infanzia di entrare in un codice del quale non avevamo gli strumenti di interpretazione. Siamo nel caos e abbiamo paura. Siamo terrorizzati ma cerchiamo di mantenere un certo a plombe nella nostra posizione sociale per non farlo vedere e intanto si ammattisce sempre più e sempre prima. I ragazzi e un po’ meno le ragazze sono esposti a un futuro incertissimo e alle ansie ordinarie della età abbiamo aggiunto, così per gradire, una serie di guerre sparse in tutto il pianeta e il pericolo sempre più concreto di una crisi climatica irreversibile. Gestire tutto questo non è semplice. Ma se per gioco accettassimo di immergerci in una fantasia, a recitare di crederci per una manciata di minuti. La fantasia proposta è questa: Viviamo in un mondo fluido in quanto è la genesi della sua propria natura. Viviamo nel fiume della vita che ha natura fluida. Niente di nuovo ma prendiamolo alla lettera. Ancora una volta ripetiamoci che nasciamo, tutto nasce, da una esplosione. Nasciamo dal suono, da onde che sono energia e che questo ha prodotto la concatenazione di eventi nella quale siamo immersi, dinamicamente. Questo dovrebbe mettere tutti d’accordo…. (continua)
mobil in carta riciclata, acciaio armonico e china. dimensioni 90 x 90 x 90cm circa
Durante l’allestimento di Riscarti a La Vaccheria di Roma la luce naturale continuava a spalmarsi sulle superfici interne. Le mangiatoie in particolare mi hanno catturato. La realtà viva è scandita dal moto dei flussi. Non ho portato lavori artistici in questa sede perché ho preferito portarvi un gioco da fare con i ragazzi: la realizzazione di Seeds Balls.
Le seeds balls sono piccole macchine della vita che vi invito a conoscere.